“In un settore fortemente concorrenziale a livello mondiale come l’ortofrutta, la competitività si misura sulla base dei numeri”. A dirlo è Giovanni Astuto, presidente dell’Organizzazione di Produttori Platinum, che vanta 70 ettari di superfici protette con serre tecnologiche, e produzioni interamente condotte in fuori suolo.
“E’ infatti solo in virtù dei quantitativi che si può essere presi in considerazione dai canali distributivi – continua Astuto – ma il prodotto deve essere sempre associato alla qualità. La nostra prima referenza è costituita dal pomodoro a bacca piccola tra ciliegino e datterino, oltre al mini San Marzano e ai piccoli colorati, per complessive 9mila tonnellate annue di produzione. Seguono melanzane con 3mila tonnellate, peperoni e zucchine per altre 5mila tonnellate complessive”.
“Purtroppo da qualche settimana, complice la concorrenza nordafricana, specialmente quella del Marocco, i prezzi degli ortaggi sono scesi drasticamente: a 80 centesimi di euro per il ciliegino e a 50 cent per la melanzana, alla produzione. Chiaro è che quando sui mercati arrivano volumi maggiori di prodotto, i prezzi inevitabilmente tendono ad abbassarsi. Inoltre, l’insicurezza climatica che ormai caratterizza sia le aree di produzioni mediterranee che i mercati di destinazione, non consente di fare previsioni sui consumi come eravamo abituati a fare fino a qualche anno fa”.
OP Platinum può contare su una moderna struttura logistica per il condizionamento e confezionamento dei prodotti ortofrutticoli dei propri associati. Le grandi celle frigorifere, all’interno del magazzino aziendale di 3000 mq, assicurano una corretta conservazione, prima dell’avvio dei trasporti.
I rigidi disciplinari interni all’azienda, inoltre, garantiscono che ogni singolo processo sia tracciabile e che i prodotti siano trattati per giungere sulle tavole dei consumatori nelle condizioni ottimali.
I mercati principali sono quello nazionale ed europeo, con destinazioni in Germania, Francia, Belgio, Polonia, Rep. Ceca, Romania e altri.
“Negli ultimi anni – dice il presidente – abbiamo investito parecchie risorse nell’innovazione dei nostri sistemi di coltivazione e nell’automazione delle nostre serre. Teniamo sempre alta l’attenzione sulle tecniche colturali, cercando di aggiornarci continuamente in tal senso, ma non siamo gli unici a essere attrezzati al mondo”.
“Gli aspetti colturali però non prescindono da quelli commerciali, che richiedono altrettante competenze e continua formazione. Siamo in stretto contatto con la grande distribuzione organizzata italiana ed estera che, nel seguire le inclinazioni e tendenze del consumatore finale, diventa giorno dopo giorno sempre più esigente. Sta alle aziende strutturate come la nostra la capacità di intercettare gli umori del mercato, fornendo risposte mediante l’assortimento varietale e la qualità delle referenze”.
“Non dobbiamo mai perdere di vista che siamo prima di ogni cosa contadini – chiosa Astuto – ossia produttori di cibo. Lo stesso cibo che viene consumato anche dai nostri figli; pertanto abbiamo il dovere coltivare in maniera sostenibile, nel rispetto di tutti e dell’ambiente. Siamo dotati in tal senso delle principali certificazioni, quali GlobalGAP e GRASP, elementi distintivi che i nostri partner della grande distribuzione organizzata richiedono, a garanzia di un’offerta di qualità”.